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martedì, aprile 19, 2005

Se i Francesi dicono" NO"..

Perchè un atto così importante, direi fondativo, per le popolazioni dell'Europa sta passando quasi sotto silenzio nella maggioranza dei Paesi interessati il nostro compreso? Eppure si tratta della Costituzione Europea!
Il "Trattato per stabilire una Costituzione per l'Europa", sottoscritto a Roma il 29 ottobre 2004 se sarà adottato dai 25 paesi interessati costituirà il quadro politico del "vivere insieme" di circa 450 milioni di abitanti del Vecchio Continente. Ci saremmo aspettati un dibattito serrato in tutta Europa, discussioni accese, passioni e celebrazioni e invece nulla.
Mentre le elites politiche ed intellettuali danno quasi per scontata la sua approvazione e la sua necessità i popoli sembra non se ne curino, eppure è ormai chiaro a tutti che, a parte pochissime eccezzioni, le politiche economiche e sociali attuate su scala nazionale sono tutte derivanti da quelle decise a livello europeo. Sono quasi tutte simili a prescindere dal colore politico di chi governa.
I tempi per la ratifica del trattato sono di due anni, dalla Lituania che vi ha provveduto l'11 novembre 2004, alla Gran Bretagna nell'autunno del 2006.
Ovunque è stato già ratificato (dai parlamenti e con maggioranze imponenti) e lo sarà prossimamente il dibattito europeo era ed è quasi inesistente. Laddove si è svolto un referendum popolare il trattato è stato bocciato, come in Svezia dove il premier socialista non ha voluto correre il rischio di un nuovo referendum,e,ovunque, i popoli hanno votato contro nonostante la quasi totalità dei partiti fosse a favore.
Solo il Belgio e la Francia stanno affrontando un dibattito acceso e appassionato sulla questione, vivisezionando ed analizzando articolo per articolo il Trattato, ed è proprio in questi due Paesi che la maggioranza delle persone è fermamente contraria alla ratifica.
Il problema che quasi tutti i Partiti ed i governi hanno è il carattere ultraliberista della Costituzione, la direttiva Bolkestein ne è l'esempio simbolo, che mette "paura" ai cittadini ed ai lavoratori.Ultimamente, in un dibattito televisivo con 80 giovani, Il presidente francese Chirac per convincere gli euroscettici ha usato toni ed argomenti che hanno portato il settimanale britannico The Economist a definirlo uno dei dirigenti più a sinistra.
Molti sguardi europei sono oggi rivolti alla Francia,soprattutto quelli dove le elites hanno impedito una vera informazione e discussione fra la gente. Si ritiene, ed io credo fondatamente, che la vittoria dei NO in Francia nella consultazione del 29 maggio prossimo potrebbe rilanciare in Europa un dibattito di merito dagli esiti niente affatto scontati.
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